Presentazione del testo “Lessico Indù nell’opera guénoniana”

 


   René Guénon fece riferimento soprattutto alla tradizione indù per esporre la dottrina tradizionale. Ritenne in primo luogo che l’Induismo fosse, tra le forme attualmente esistenti, la più prossima alla Tradizione primordiale. Questo concetto fu espresso nell’articolo Sanâtana Dharma, ora presente nella raccolta “Studi sull’Induismo”[i].

   Sanâtana Dharma …non è nient’altro che la Tradizione primordiale, che sola permane in continuazione e senza cambiamenti per tutta la durata del Manvantara e così possiede la perpetuità ciclica, dalla sua primordialità stessa essendo sottratta alle vicissitudini delle epoche successive, sì che sola può dirsi, rigorosamente parlando, veramente e pienamente integrale.” Tuttavia “Questa Tradizione primordiale è in tutti i casi, in conseguenza della marcia discendente del ciclo e dell’oscuramento spirituale che ne consegue, diventata nascosta e inaccessibile all’umanità ordinaria; essa è la fonte prima e il fondo comune di tutte le forme tradizionali particolari, che da essa procedono per adattamento alle condizioni speciali di questo o quel popolo, in questa o quell’altra epoca; ma nessuna di queste forme potrebbe identificarsi con il Sanâtana Dharma vero e proprio o esserne considerata l’espressione adeguata, pur se ne è evidentemente quasi un’immagine più o meno velata.”

   Tutte le tradizioni sono dipendenti dal tronco originario della Tradizione Primordiale, svolgendo la loro funzione adattate ai mutati tempi e luoghi in cui si manifestano. D’altra parte “sarebbe un errore voler assimilare in modo puro e semplice il Sanâtana Dharma a una di esse, qualunque essa sia, per esempio alla tradizione indù quale si presenta a noi attualmente;”. Ma “…v’è una ragione grazie alla quale la nozione del Sanâtana Dharma appare legata più particolarmente alla tradizione indù: ed è che codesta è, di tutte le forme tradizionali viventi al presente, quella che più direttamente deriva dalla Tradizione primordiale, sicché si presenta in qualche modo come la sua continuazione all’esterno, pur dovendo tener conto, naturalmente, delle condizioni in cui il ciclo umano si svolge; di questo svolgimento essa dà d’altronde una descrizione più completa di quante si potrebbero trovare altrove, mentre partecipa in grado più alto di tutte le altre tradizioni alla perpetuità della Tradizione primordiale.”

   Precisò che riteneva più costruttivo cercare un’intesa sui principi, anziché centrare l’attenzione su aspetti meno elevati della dottrina, di per sé meno accessibili anche a causa delle naturali differenze specifiche tra popoli. È in virtù dell’universalità stessa dei principi che l’accordo deve essere più facilmente realizzabile proprio in questo campo nel modo più immediato: o si riesce a concepirli o non si riesce, ma quando si concepiscono non si può fare a meno di essere d’accordo. La verità è unica, e ugualmente s’impone a tutti coloro che la conoscono, a condizione, beninteso, che la conoscano effettivamente e con certezza; il fatto è che una conoscenza intuitiva non può essere che certa. In questa sfera si è al di fuori e al di sopra di tutte le prospettive particolari; le differenze consistono sempre ed esclusivamente nelle forme più o meno esteriori, le quali sono soltanto un adattamento secondario, e non nei principi, che sono essenzialmente «informali».”[ii] 

   Come la sua opera e la sua vita hanno ampiamente dimostrato sottolineò che “… se noi assumiamo la dottrina indù come centro dello studio in questione, ciò non implica che dobbiamo riferirci ad essa in modo esclusivo; al contrario, è importante far rilevare, quando se ne presenti l’occasione e ogni volta che le circostanze vi si presteranno, la concordanza e l’equivalenza di tutte le dottrine metafisiche. Importa mettere in evidenza il fatto che sotto differenti espressioni si celano concezioni identiche, e identiche perché corrispondenti tutte alla stessa verità; …”[iii]   

    Ponendosi al di fuori di ogni logica “accademica” precisò che “… non si tratterebbe in nessun modo di «specializzarsi» nello studio della dottrina indù, poiché la sfera della pura intellettualità è tale da sfuggire a qualsiasi specializzazione. Tutte le dottrine metafisicamente complete sono pienamente equivalenti, e possiamo perfino dire che esse sono in fondo necessariamente identiche; l’unica cosa da chiedersi è dunque quale di esse presenti i maggiori vantaggi di esposizione, e pensiamo che, in via generale, questa sia la dottrina indù; per questa ragione, e per questa ragione soltanto, noi la assumiamo come base. Se tuttavia capitasse che taluni punti fossero trattati da altre dottrine in una forma che appaia più assimilabile, non vedremmo ovviamente nessun inconveniente a ricorrere ad esse; si tratterebbe anzi di un altro modo di render manifesta quella concordanza di cui abbiamo parlato. Diremo di più: la tradizione, lungi dall’essere un ostacolo agli adattamenti che le circostanze esigono, ha sempre fornito il principio adeguato di tutti quelli che si sono rivelati necessari, e tali adattamenti sono assolutamente legittimi, in quanto si mantengono nella linea strettamente tradizionale, da noi chiamata anche «ortodossia».[iv]

    Nella “pars destruens” della sua attività ricordiamo la critiche[v] che mosse contro il Teosofismo, la cui azione nefasta si manifestò nel deformare la dottrina indù, introducendo concetti inesistenti o distorti come la reincarnazione e attribuendo significati errati a termini divenuti popolari come karma.

   Del resto con la sua penna, che possiamo paragonare ad una spada, difese senza risparmiarsi la dottrina da molteplici nemici, in un’instancabile opera di rettificazione, da vero “Guardiano della Terra Santa”.

   Con il Lessico Indù ho inteso fornire al lettore di Guénon un supporto per lo studio, una facilitazione rivolta ai sinceri ricercatori che sanno che una solida preparazione teorica, pur non bastando a se stessa, può costituire una “bussola infallibile” per nuotare “in gurgite vasto”.    

   Nel testo, che contiene più di settecento lemmi, si è conservata la traslitterazione originaria e non è stata aggiunta alcuna chiosa .

 “Lessico Indù nell’opera guénoniana” a cura di Sergio Castellin,o Lo Studiolo, Sanremo 2020, 176 pagine 20,00 euro

 



[i] Studi sull’Induismo, c.11 p.105

[ii] Oriente e Occidente ,Parte II c.2 p.131 L’accordo sui principi

[iii] ibidem Parte II c.4 p.176 Intesa e non fusione

[iv] Ibidem p.178

[v] Il Teosofismo, ovvero storia di una pseudo-religione 1921


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