Dharmachakra,
Tempio di Jokhang, Lhasa, Tibet.
13 Distruzione
del Tempio.-
1Nell’uscire dal Tempio, uno dei suoi discepoli gli disse: “Maestro,
guarda che pietre e che costruzioni!”. 2Ma Gesù disse a lui: “Vedi
tu queste grandi costruzioni? Non resterà pietra sopra pietra che non sia
diroccata”. 3E quando si fu messo a sedere sul Monte degli Olivi, in
faccia al Tempio, Pietro, Giacomo, Giovanni e Andrea lo interrogarono a parte:
4“Vuoi dirci quando ciò accadrà, e quale sarà il segno che tutto questo
starà per avverarsi?”. 5Allora Gesù incominciò a dir loro: “Badate
che nessuno v’inganni: 6molti verranno in nome mio a dire: Sono io il
Cristo, e inganneranno molti. 7Ma quando voi sentirete parlare
di guerre e di rumori di guerre, non vi turbate. È necessario
che ciò avvenga, tuttavia non è ancora la fine. 8Poiché si solleverà
nazione contro nazione e regno contro regno, ci saranno terremoti in vari
luoghi, e verranno delle carestie. Questo è il principio dei dolori.”
Il cemento gettato a piene mani per imporre
una visione materialistica del mondo, circoscrivendolo alla sola sfera
“grossolana”, ha portato a una distorsione sensoriale che ha spinto, per
reazione, tra le braccia dei “produttori di fenomeni”. Non per caso nel periodo
di auge del positivismo e della fiducia-credenza nel progresso indefinito vi fu
un’esplosione di psichismo, quasi esclusivamente di infima tacca. In base al
brano sotto riportato, quella prima fase fu quella dell’apertura delle fessure
nel guscio materialista ormai divenute delle strade molto ampie, come Cristo
aveva ammonito: “13Entrate
per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce
alla perdizione, e molti sono coloro che entrano per essa. 14Quanto
stretta è invece la porta e angusta la via che conduce alla vita! E pochi sono
coloro che la trovano!” (Mat 7:13-14)
“L’attrazione per il “fenomeno”, già da noi
segnalata come uno dei fattori determinanti la confusione tra psichico e
spirituale, può ugualmente svolgere a questo proposito una funzione molto
importante, poiché è per tramite suo che la maggior parte degli uomini verranno
conquistati ed ingannati al tempo della “contro-tradizione”, in quanto è detto
che i “falsi profeti” che sorgeranno allora “faranno grandi prodigi e cose
stupefacenti fino a sedurre, se fosse possibile, e gli stessi eletti”. (n.2: “Matteo,
XXIV, 24”) È soprattutto sotto questo
rapporto che le manifestazioni della “metapsichica” e delle diverse forme del
“neospiritualismo” possono apparire già come una specie di “prefigurazione” di
quanto dovrà verificarsi in seguito, benché ne diano solo una pallida idea; in
fondo saranno sempre in gioco le stesse forze sottili inferiori, ma che a quel
momento verranno messe in azione con una potenza incomparabilmente maggiore; e
quando si vede come la gente sia sempre disposta ad accordare ad occhi chiusi la
più completa fiducia a tutte le divagazioni di un semplice “medium”, soltanto
perché convalidate da “fenomeni”, come stupirsi che la seduzione dovrà essere
pressoché generale?” (R.Q.S.T. c.39 p.262)
"Accade che coloro che credono di
essere sfuggiti al «materialismo» moderno vengano assorbiti da delle cose che,
mentre sembrano opporsi ad esso, in realtà sono poi dello stesso ordine; e
vista la conformazione mentale degli Occidentali, a questo proposito è
opportuno metterli in guardia in modo particolare nei confronti dell’attrazione
che possono esercitare su di loro i «fenomeni» più o meno straordinari; è da
qui che derivano in gran parte tutti gli errori «neo-spiritualisti», ed è
prevedibile che questo pericolo si aggravi ulteriormente, poiché le forze
oscure che alimentano il disordine attuale trovano in ciò uno dei loro più
potenti mezzi d’azione. È anche probabile che non si sia più tanto lontani
dall’epoca alla quale si riferisce la seguente predizione evangelica, da noi
ricordata già altrove: «… perché sorgeranno falsi cristi e falsi profeti e
faranno segni e portenti per ingannare, se fosse possibile, anche gli eletti.»."
(C.M.M. c.9 p.159)
La relativa libertà di cui godono le
influenze più dissolventi in questo periodo rende più difficile distinguere il
“grano dal loglio”.
“Ma, se sathar [In Ebraico] significa
“nascondere”, significa pure “proteggere” e, in arabo, la stessa parola satar
evoca quasi unicamente l’idea di protezione, e spesso anche di una protezione
divina e provvidenziale; n.16: “Si potrebbe, senza troppa fantasia linguistica,
accostarvi il greco sôter, “salvatore”? E c’è bisogno di dire a questo
proposito che può e deve esserci una singolare somiglianza fra le designazioni
di Cristo (El-Messîh) e quelle dell’Anticristo (El-Messîkh)?”” (S.S.S.
c.20 p.130)
9Ma voi badate
a voi stessi! Vi consegneranno ai sinedri, sarete percossi nelle sinagoghe,
comparirete davanti a governatori e re a causa mia, per render testimonianza
davanti a loro. 10Ma
prima è necessario che il vangelo sia proclamato a tutte le genti. 11E quando vi condurranno
via per consegnarvi, non preoccupatevi di ciò che dovrete dire, ma dite ciò che
in quell'ora vi sarà dato: poiché non siete voi a parlare, ma lo Spirito Santo.
12Il
fratello consegnerà a morte il fratello, il padre il figlio e i figli
insorgeranno contro i genitori e li metteranno a morte. 13Voi sarete odiati da
tutti a causa del mio nome, ma chi avrà perseverato sino alla fine sarà
salvato. 14Quando
vedrete l'abominio della desolazione stare là dove non conviene, chi
legge capisca, allora quelli che si trovano nella Giudea fuggano ai monti; 15chi si trova sulla
terrazza non scenda per entrare a prender qualcosa nella sua casa; 16chi è nel campo non
torni indietro a prendersi il mantello. 17Guai alle donne incinte e a quelle che
allatteranno in quei giorni! 18Pregate
che ciò non accada d'inverno; 19perché
quei giorni saranno una tribolazione, quale non è mai stata dall'inizio
della creazione, fatta da Dio, fino al presente, né mai vi sarà. 20Se il Signore non
abbreviasse quei giorni, nessun uomo si salverebbe. Ma a motivo degli eletti
che si è scelto ha abbreviato quei giorni. ...
La mentalità moderna, che appare come un
naturale distacco dalle superstizioni del passato, è in realtà il frutto di una
costruzione forzata ben architettata attraverso i secoli. La concezione del tempo, in particolare, è
un’assoluta novità a causa di due caratteristiche strettamente correlate: la
linearità, contrapposta alla ciclicità, e la direzione verso un progresso
indefinito in cui il futuro è garantito sempre come migliore rispetto al
presente.
Guy Debord, nel suo saggio divenuto un
classico, “La società dello spettacolo” osserva che: “La vittoria della
borghesia è la vittoria del tempo profondamente storico, perché è il tempo
della produzione economica che trasforma la società, in permanenza e da cima a
fondo. Fino a quando la produzione agraria resta il lavoro principale, il tempo
ciclico che resta presente al fondo della società alimenta le forze coalizzate
della tradizione, che freneranno il movimento. Ma il tempo irreversibile
dell’economia borghese estirpa queste sopravvivenze su tutta l’estensione della
Terra.”
Nel procedere del Kali Yuga, dopo la
ribellione degli Kshatriya sui Brahmana, che risale a tempi ancora anteriori,
sono i Vaysha con ulteriore ribaltamento a condurre il gioco. “Il tempo è
denaro” e i ritmi produttivi divengono sempre più frenetici.
È peraltro difficile al giorno d’oggi definire il caos esistenziale che procede
inesorabile, stracciando le sicurezze piccolo-borghesi e l’orgoglio delle classi
lavoratrici. L’immagine di una società liquida post-moderna (Zygmunt Bauman)
rende l’idea di un dissolvimento incipiente dopo la relativa solidità
materialista.
Gli attacchi sferrati contro l’idea stessa
di famiglia non si contano più e non fanno notizia. Si potrebbe confrontare
quest’ideale di uomo senza radici, senza legami e, naturalmente, senza
tradizione, con la figura del “Liberato in vita” che, effettivamente sciolto da
qualsivoglia limitazione, assume prerogative incomparabili: “ «Questo essere, [Jîvan-mukta] assolutamente
indipendente, è signore degli uomini; se gli piacesse convocarli in massa, al
giorno fissato tutti accorrerebbero; ma egli non vuole farsi sentire».” (S.C.
c.7 p.73)
L’uomo moderno è, al contrario, soggiogato da una fantasmagoria di
potenze illusorie che tutto gli forniscono,
fuorché la libertà.
Con la consueta maestria Guénon tratteggia il
quadro apparentemente stabile della “vita ordinaria”:
“Di qui proviene l’idea di ciò che
comunemente si designa «vita ordinaria» o «vita corrente»; questi termini, in
effetti, indicano anzitutto qualcosa in cui, per l’esclusione di qualsiasi
carattere sacro, rituale, o simbolico (poco importa qui se visto in senso più
specificamente religioso o secondo altre modalità tradizionali, dato che in
tutti i casi si tratta egualmente dell’azione effettiva delle «influenze
spirituali»), niente che non sia puramente umano ha la possibilità di
intervenire; e queste stesse designazioni implicano inoltre che tutto quanto
supera una concezione del genere, ancorché non sia espressamente negato, è
perlomeno relegato in un ambito «straordinario», considerato come eccezionale,
strano, e fuori del comune; si tratta dunque, per esser precisi, di un rovesciamento
dell’ordine normale, quale è rappresentato dalle civiltà integralmente
tradizionali in cui il punto di vista profano non esiste in alcun modo, e
questo rovesciamento non può condurre, logicamente, se non all’ignoranza o alla
negazione completa del «sopraumano».” (R.Q.S.T. c.15 p.101)
Sembra proprio che un arresto a metà
strada non sia più tanto possibile, e che, in base a tutte le indicazioni
fornite dalle dottrine tradizionali, si sia entrati veramente nella fase finale
Kali-Yuga, nel periodo più oscuro di questa «età oscura», in quello
stato di dissoluzione da cui non è più possibile uscire se non con un
cataclisma, poiché non è più di un semplice raddrizzamento che si ha bisogno,
ma di un rinnovamento totale. Il disordine e la confusione regnano in tutti i
domini; essi sono stati spinti ad un punto che oltrepassa di molto tutto ciò
che si era visto in precedenza e, partiti dall’Occidente, adesso minacciano
d’invadere il mondo intero. Sappiamo bene che il loro trionfo non può mai
essere che apparente e passeggero, ma, a un tale grado, esso si presenta come
il segno della più grave di tutte le crisi attraversate dall’umanità nel corso
del suo ciclo attuale. Non siamo forse giunti a quell’epoca temibile annunciata
dai Libri sacri dell’India, «ove le caste saranno mescolate e la famiglia
stessa non esisterà più»? Basta guardarsi attorno per convincersi che
questo è lo stato in cui si trova realmente il mondo attuale, e per constatare
dappertutto quella decadenza profonda che il Vangelo chiama «l’abominio
della desolazione»." (C.M.M.
c.1 p.32)
“…il tempo, per effetto della potenza di
contrazione che rappresenta, la quale tende a ridurre sempre più l’espansione
spaziale a cui si oppone, consuma in un certo modo lo spazio; senonché, in tale
azione contro il principio antagonista, il tempo stesso si svolge secondo una
velocità man mano crescente, giacché, lungi dall’essere omogeneo come
suppongono coloro che lo osservano solamente dall’unico punto di vista
quantitativo, esso è, viceversa, “qualificato” ad ogni istante in modo diverso
dalle condizioni cicliche della manifestazione a cui appartiene. Questa
accelerazione, benché diventi più evidente che mai nella nostra epoca,
assumendo un valore esagerato negli ultimi periodi del ciclo, di fatto esiste
costantemente dall’inizio alla fine di quest’ultimo. Si potrebbe perciò dire
che il tempo non soltanto contrae lo spazio, ma che insieme contrae se stesso
progressivamente; tale contrazione si esprime nella proporzione decrescente dei
quattro Yuga, insieme con tutto quel che essa implica, compresa la
diminuzione corrispondente della durata della vita umana. Talvolta si dice,
indubbiamente senza che se ne comprenda la vera ragione, che gli uomini vivono
oggi più in fretta di un tempo, e ciò è letteralmente vero. La fretta
caratteristica che accompagna i moderni in ogni cosa, in fondo, non è altro che
la conseguenza dell’impressione confusa che essi provano di questo fatto.” (R.Q.S.T.
c.23 p.155)
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