IL SIMBOLISMO DEL PETROLIO
Le intricate vicende belliche di questo
periodo che ci coinvolgono molto da vicino possono essere esaminate da diversi
punti di vista. È significativo che, oltre agli aspetti geopolitici, una
questione centrale sia quella dell’approvvigionamento di gas naturale. Questa
vitale necessità, che fino a pochi mesi fa sembrava soddisfatta senza
particolari problemi, è diventata una questione complicatissima, da cui dipende
l’intero assetto socio-economico dell’Occidente.
Mi è così venuto alla mente un articolo, da
tempo disponibile sul web e che ripropongo, sul simbolismo del petrolio. Ciò
che viene detto sul tanto ricercato quanto sgradevole “oro nero” può valere,
mutatis mutandis, per il gas, ancora più sfuggente ma della medesima bassa
origine. La dipendenza dell’attuale umanità da prodotti provenienti dal più
profondo sottosuolo è specchio concreto dell’infiltrazione dello psichismo
“infracorporeo” attraverso le fenditure della “grande muraglia”. I capitoli
finali del “Regno della quantità” stanno diventando ormai pagine di cronaca.
Nella lettera di Guénon a Vasile Lovinescu
del 19 maggio 1936 in cui si menziona la negatività della presenza del petrolio
in relazione alla geografia sacra, viene anche fatto un nome prestigioso come
successore del famigerato mercante di morte Basil Zaharoff: Henry Deterding,
detto il “Napoleone del petrolio”, capo della “Royal Dutch”, allora una delle
principali compagnie petrolifere del mondo. V. https://www.index-rene-guenon.org/
Traggo
l’articolo dal seguente indirizzo:
http://arka-traditioperennis.blogspot.com/2012/04/il-simbolismo-del-petrolio_23.html?view=mosaic blog estremamente interessante
Il pezzo, redatto dai collaboratori di SYMBOLOS, è stato pubblicato nella rivista barcellonese Hora Zutz, N° 1, secondo periodo, 1991, ed è disponibile in lingua originale qui:
http://symbolos.com/petroleo.htm
La traduzione è a opera di Munsalwaesche:
IL SIMBOLISMO DEL PETROLIO
Per esempio: sono proverbiali le conoscenze matematiche, astronomiche e
geometriche del mondo musulmano e l’importanza della sua cultura, nutrice in
questo campo di quella occidentale. Nonostante, lo sviluppo tecnologico di
tutte le sue possibilità e applicazioni pratiche è qualcosa che non ha
sorpassato mai l’ordine teorico, per cosciente prescrizione delle leggi e
dottrine islamiche. Così, la manipolazione dei materiali del mondo sotterraneo,
come la fusione dei metalli, è sempre stata oggetto di un trattamento speciale
e consacrato, esercitato per di più solo dalle caste sacerdotali (si vedano gli
antichi Cureti, i Cabiri ed i Dattili). Si sa che il primo ferro utilizzato non
era di miniera, ma meteoritico, caduto dal cielo, e che solo molto più tardi si
scelse di estrarlo dalla terra.
Allo stesso modo, nel designare il petrolio con l’espressione «aqua infernalis», gli uomini del Medioevo davano prova di conoscere molto bene le “influenze” nefaste che potrebbero sprigionarsi dalla sua manipolazione e dal suo uso smisurato. Questo monito a quanto sembra non fu tenuto in conto da coloro che disegnarono il modello di civiltà che stiamo subendo, civiltà che come tutti sappiamo trova il suo principale sostegno nel petrolio e nei suoi molteplici derivati. Come è stato già detto, il luogo da cui questo si estrae, il mondo sotterraneo, lo rende effettivamente sinonimo di infernale, tenebroso, oscuro, in definitiva di tutto ciò che è capace di provocare effetti veramente distruttivi e caotici. Non stiamo forse vivendo assieme a tutta la natura la totalità di questi effetti? I “simboli” del petrolio non esprimono evidentemente niente che si riferisca ad un ordine superiore, bensì nettamente inferiore, cioè infernale (inferior=infer-nus). È, dunque, un simbolismo chiaramente “invertito”. Vediamo un esempio.
Perché si denomina “oro nero” il petrolio? Una prima lettura ci dice che
questo appellativo gli viene dato per un valore economico (il petro-dollaro)
che lo rende simile al valore dell’oro. Ma l’oro è un metallo che in tutte le
culture tradizionali, è stato associato al sole, il quale a sua volta è stato
considerato come il simbolo per eccellenza del Dio creatore (per es. l’Apollo
greco), latore di vita ed ordine universale. Tuttavia qualsiasi divinità
celeste e luminosa possiede anche una controparte infernale ed oscura, vale a
dire un suo riflesso invertito, una sua ombra. Nel caso della divinità che il
sole simboleggia, quest’aspetto oscuro riceve nella tradizione
giudaico-cristiana il nome di Samael o Satana, l’Avversario. Questa entità è, crediamo,
quella simboleggiata precisamente dall”‘oro nero” del petrolio, dal che si
deduce che questo potrebbe essere considerato come un “veicolo” che servirà da
«supporto» alla manifestazione di detta entità, per portare a termine un’opera
dissolvente e disgregante che di certo eserciterà una funzione specifica nella
parte finale del ciclo che stiamo vivendo.
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